Sono le 14 e 35.
Dopo un caffé del bar vicino a casa, mi siedo alla
scrivania della mia camera, accendo il pc e cerco le varie tracce del
tema di maturità di quest'anno scolastico.
Andiamo con ordine.
Tipologia A
Salta fuori una prosa di Montale, cosa che a quanto pare accade ogni 4 anni a cadenza regolare.
In tutta sincerità mi aspettavo una poesia del Pascoli, però la traccia in sé non mi dispiace.
Il
Montale prosaico proposto è attuale, parte da una breve analisi storica
(della Guerra Fredda se non erro) e sociologica (bella la frase: è lo
spirito di conservazione che rallenta il progresso) per poi approdare ad
"ammazzare il tempo", un "mostro", che l'uomo cerca di battere con lo
svago che riempia "il vuoto" del tempo.
Non male, se fossi stato sotto esame l'avrei tenuta in considerazione.
Tipologia B
1)
Artistico/letterario: il Labirinto. Di per sé non mi dice nulla. Bene
Eco con "il nome della rosa" (che tutti hanno letto), Calvino, di cui ero
certo ci sarebbe stato almeno un riferimento e l'Ariosto, conosciuto da
tutti.
Una traccia facile per chi non ha studiato in modo puntiglioso e per chi
voglia cimentarsi con qualcosa che lasci libera la fantasia (magari con
il binomio labirinto fisico/logico)
2) Ambito socio-economico: I
giovani e la crisi. Me la aspettavo ed è arrivata. Con minime
conoscenze di economia finanziaria euro-americana, sfruttando con
accortezza e attenzione i documenti proposti, incluso quello del "folle"
Jobs, e con una media capacità di rendere il tutto organico, anche uno
studente medio-basso lo poteva trasformare in un bel 25.
3) Storico-politico: Bene comune e individuale. Già il titolo mi ha
attirato notevolmente e, sotto esame, i vari documenti mi avrebbero
portato a questa scelta come una falena verso una luce artificiale.
Ottimo Rousseau, San Tommaso (anche se avendo letto i 6 libri della
somma teologica posso dire che ci sono passi più indicati per trattare
delle leggi) e anche Einaudi; discreto De Rita anche se è troppo
liberal-cattolico per i miei gusti
4) Tecnico-scentifico: Le responsabilità della Scienza e della
Tecnologia. Ancora una traccia bella e interessante, con il Levi chimico
e l'astrofica Hack. Peccato manchi tra i documenti uno che affermi che
la scienza se ne deve fregare altamente dell'uomo e dei suoi bisogni per
progredire come meglio vuole e ancora peggio mi spiace che si
antropomorfizzi la Scienza, come se fosse colpa sua l'invenzione
dell'atomica e non dell'uomo. Una disciplina non è responsabile o meno
ma è l'uomo che può o no esserlo.
Tipologia C
Il tema storico tratta dello sterminio degli ebrei.
Per carità, lo fa bene con Arendt e la banalità del male, ma non è
tutto un po' (troppo?) trito e ritrito?
Non si rischia seriamente di cadere nel banale?
Tipologia D
“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”.
Mi accorgo di avere dietro di me il libro Aden Arabia, da cui è tratto l'incipit.
Dopo una rapida lettura a salti capisco che l'autore, Nizan, si accorge che la fuga non paga,
che per dare senso ai propri vent’anni, un'età ingrata, insidiosa,
piena di promesse vacue, di scelte obbligate, la ribellione deve
arrivare fino in fondo, nelle fibre più intime della nostra cultura.
Ma se non avessi letto non l'avrei mai scelta.
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