lunedì 30 aprile 2012

Per la Festa del Lavoro

Per festeggiare adeguatamente il 1° maggio, al di là delle ideologie e degli schieramenti partitici, è indispensabile memorizzare le seguenti parole:

 Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Buona festa a tutti!

mercoledì 25 aprile 2012

Vive la France


Dopo i risultati della prima tornata delle elezioni presidenziali francesi sono essenzialmente 3 gli elementi di novità che si presentano per il 6 maggio: il peso dell'estrema destra di Marine Le Pen, il (per adesso solo parziale) fallimento del presidente uscente Nicolas Sakozy e la discreta rinascita della gauche grazie all'uomo "normale" Francois Hollande.

  1. Il dato di maggiore importanza è sicuramente l'exploit della "Zarina dell'ultradestra" Marine Le Pen, che con il 19,7 ha numericamente superato l'autentico trionfo del padre, Jean-Marie che nel 2002 raccolse il 17% scavalcando il premier socialista Lionel Jospin andando al ballottaggio con Jacques Chirac. Con un programma politico basato sull'euroscetticismo, sul blocco totale dell'immigrazione e sulla "guerra" alla criminalità e all'islamizzazione, il Fronte nazionale si propone sulla scena politica nazionale come un partito forte, con un suo elettorato diverso da quello della destra repubblicana di Sarkozy, il quale, proprio mentre Angela Merkel faceva sapere di essere “seriamente preoccupata” per l'antieuropeismo del FN, ha espresso la necessità di “rispettare” gli elettori “neri” della destra lepenista.

  1. Il risultato di Marine Le Pen dimostra il totale fallimento della strategia di Nicolas Sarkozy, il quale ha condotto una campagna apertamente a caccia dei voti dell’estrema destra.
    Molti elettori della destra dura, che avrebbero votato per Sarkozy per votare utile e fare da sbarramento a François Hollande, hanno deciso alla fine di votare per Le Pen.
    Anche se Hollande non può dormire sugli allori di una elezione in cassaforte, per il presidente uscente si prospettano giorni difficili. L'eccessivo corteggiamente della zarina potrebbe togliergli i voti dei centristi di Francois Bayrou (al 9,7%) mentre troppa prudenza segnerebbe la vittoria dei socialisti.
    Cosa sceglierà di fare?


  2. Ma al di là delle varie considerazioni politiche, il nuovo presidente della Francia sembra possa essere il candidato del Ps: Francois Hollande.
    Chi è Francois Hollande, colui che ama definirsi "Monsieur Normal" ?
    58 anni di Rouen, segretario del partito socialista dal 1997 al 2008, studi alla prestigiosa École nationale d'administration, scuola della classe dirigente francese, è stato finora l'opposto di Sarkozy.
    Contenuto nelle spese (alla faccia dei regali di 55mila euro di Carlà a "Monsieur le president"), dall'aspetto mite, dai modi rassicuranti e dai toni moderati, non è di certo dotato di quel trascinante carisma dell'avversario ma forse anche grazie a queste peculiarità si è conquistato una notevole fetta dell'elettorato francese, ingrandito dalle intenzioni di voto del neogiacobino Jean-Luc Mélenchon (all'11,7%) e della candidata dei verdi Eva Joly (2,2%).
    Il programma (che a me personalmente piace molto) punta ad un ritorno “à l’equilibre de finances publiques” ma senza nessuna frenesia teutonicheggiante, l'assunzione 60.000 insegnanti nelle scuole e 5.000 addetti a polizia e ordine pubblico e la creazione di 650.000 posti aggiuntivi di lavoro per i giovani grazie agli investimenti nella ricerca; il tutto finanziato da un aumento della pressione sulle grandi imprese e le banche, della aliquota dell’imposta sul reddito da 40% a 45%, da una maggior incidenza dell’imposta sui grandi patrimoni e dalla scomparsa delle detassazioni del lavoro straordinario.
    Ma la notizia positiva per tutti, come ricorda Ruggero Palladini, è che la vittoria di Hollande può essere un importante passo verso una svolta della politica economica dell’Europa.

sabato 7 aprile 2012

Dalla cultura (?) alla politica (??)

Buonasera a tutti.
Come ogni sera, prima di coricarmi nel letto e prendere in mano qualcosa da leggere, do una rapida occhiata alle notizie del giorno scorrendo rapidamente le varie pagine web delle testate giornalistiche più famose.
Arrivo a quella del Fatto e leggo:
Dall’amore alla politica: Federico Moccia candidato sindaco a Rosello.
Stropiccio gli occhi e provo a rileggere, conscio che l'ora tarda potrebbe fare brutti scherzi ma il titolo è lo stesso.
Dall’amore alla politica: Federico Moccia candidato sindaco a Rosello.
Mi cadono le braccia.
Avete presente tutti chi è il già citato sig. Moccia? 
Ma sì dai, quello "scrittore" (accostarlo con tale vocabolo a dei grandi come Tolkien, Dostoevskij, Dickens o Dante mi fa correre un lungo, intenso brivido lungo la schiena) che ha capito come fare i soldi dalle ragazzine quattordicenni con "opere" orribili, indecenti, e prive di qualsiasi logica come Tre metri sopra il cielo, Scusa ma ti chiamo amore e Amore 14.
Sì, lo stesso che ha fatto scoppiare la moda dei lucchetti  che mancava poco facessero crollare Ponte Milvio.
Dice che è stato "chiamato" (ma da chi?) a candidarsi e che non si è voluto tirare indietro, in quanto ha intenzione di dare visibilità al suo (della moglie) piccolo paesino di due-trecento anime.
Ma quali competenze possiede per aspirare a sindaco a parte scrivere con i piedi?
Ora, per me potrebbe fare il sindaco a vita, stara poi ai poveracci che lo voteranno prendersi la respondabilità di ciò che hanno fatto.
Invero, le cose che mi fanno incavolare sono due:
1 Una volta intevistato è riuscito a dare prova di non conoscere il nome della sua lista né il programma politico che propone.
2 Il commento di Enrico Giuseppantonio: "Una candidatura al di fuori dei partiti, che sa di cultura, di notorietà e di apprezzamento [..]
A me non frega niente che il mio sindaco sia noto a 3 persone o a mezzo milione (di ragazzi ignoranti), a me interessa che sappia fare bene il suo lavoro.
Credo che amministrare un Comune sia una cosa seria, che esiga responsabilità, non un gioco per saltimbanchi , giocolieri e mangiafuoco
E poi, porca miseria, come si può dire sa di cultura?
Non è neppure capace di usare i congiuntivi (Credo che l'amore è et similia) e venite a parlarmi di cultura??
Bah.

Voi cosa ne pensate?

mercoledì 4 aprile 2012

La New (Old) Economy

Le appena avvenute dimissioni di Jerry Jang, il simbolo del Net-boom degli anni '90 e uno dei fondatori del motore di ricerca Yahoo! rappresentano l'occasione ideale per parlare e riflettere sulla New (in realtà già per molti versi obsoleta) economy.
Tracciando una descrizione di massima, quando sentiamo parlare di New Economy ci si riferisce ad un modo di lavorare che privilegia la mente (in questo caso l'unione e la sinergia tra conoscenze e creatività) anziché il fisico.
Più tecnicamente, la nuova economia si differenzia dall'economia industriale o classica in quanto permette di agire liberamente in un mercato globale (liberismo) riducendo dasticamente i costi di gestione e consentendo alle imprese di non essere vincolate a uno spazio definito quale può essere la sede fisica, in quanto lo spazio di una società è nel web ed è virtuale.
Quindi il nuovo modo di pensare l'economia trae la sua essenza non dal mondo reale dove l'operaio si spacca la schiena in fabbrica o il negoziante cerca di far quadrare i conti a fine mese, ma in quello virtuale, nel quale la tecnologia dell'informazione e della comunicazione creano competizione globale.
Pensiamo ad aziende come America Online, Google, Microsoft, e per l'appunto a Yahoo!.
Questa è la New-Net economy.
Tutto questo sembra un mondo affascinante ma dietro la maschera di Pirandello si celano brutte sorpese.
La new economy è infatti una delle cause principali della crisi nella quale ci troviamo immersi. 
Essa ha ispirato i famosi derivati, la finanza creativa e la bubble economy.
Ha causato il fallimento e il crak delle dot. com di Internet nel 2000 e la chiusura della Enron nel 2001 e della Worldcom nel 2002 
Ha posto le basi per quelle banche che “inventa(va)no” strumenti finanziari, “soldi virtuali”, sulla base di titoli molto simili alla carta straccia, derivati dai mutui subprime contratti da milioni di famiglie americane, che poi in buona parte non hanno potuto onorare i loro debiti come Bear Stearns, Lehman Brothers e Aig che sono fallite una dietro l'altra.
Come giustamente scritto in alcuni articoli, le conseguenze della follia “creativa” delle banche americane e "dell’ingordigia virtuale" che ha oscurato le anime dei pochi e che hanno messo in ginocchio l’umanità colpisce e colpirà tutti: azionisti, risparmiatori e nullatenenti di tutto il mondo, stati compresi (Grecia in primis).
Il neo capitalismo sembra quindi al capolinea.
L'economia, nuova o vecchia che sia, non è in grado di portare avanti un processo di progessione globale.
 
E voi cosa ne pensate? Quali alternative abbiamo a questo sistema?

domenica 1 aprile 2012

La vittoria della libertà


"E' finito un lungo incubo. Ora inizia un lungo cammino".
Così ha commentato Aung San Suu Kyi, la leader della Lega nazionale per la democrazia e premio Nobel per la pace 1991, la sua elezione come membro del parlamento Birmano.
Dopo aver passato in passato quindici degli ultimi vent’anni agli arresti domiciliari nella sua casa in University Avenue sul lago Inya, al di là della cancellata e del filo spinato che la separavano dal suo popolo, la Lady, così come viene chiamata dai suoi sostenitori, avrà finalmente modo di far sentire la sua potente e influente voce all'interno di arretrato e debole un paese di più di 50 milioni di abitanti governato de facto dalla dittatura militare Than Shwe.
Come chiaramente espresso dalla stessa figlia dell'ex primo ministro ed eroe nazionale Aung San subito dopo la sua liberazione avvenuta due anni fa, è necessario "lavorare tutti insieme di comune accordo" superando le divisioni nell'opposizione, perché "solo così potremo raggiungere il nostro obiettivo".
La svolta riformista e democratica del Myanmar richiederà certamente tempo, sforzi, e fatica ma ora è finalmente possibile.
Nel frattempo auguro virtualmente alla neo-deputata un futuro di vittorie, per lei e per tutto il suo popolo.

Requisitoria sulla matematica

Buongiorno a tutti.
Oggi mi sono svegliato con una vena di scetticismo semi-pirroniana che mi ha spinto a postare sul blog un breve articolo sulla matematica trovato navigando in rete.
 
La matematica è la sola scienza esatta in cui non si sa mai di cosa si sta parlando né se quello che si dice è vero.
Queste celebri parole costituiscono la definizione di matematica secondo B. Russell (1872-1970). La definizione del filosofo e matematico inglese è, con ogni probabilità, la migliore definizione di matematica per ciò che la matematica è attualmente. Nelle parole di Russel ci sta la risposta alla domanda posta; vediamo di analizzare nel dettaglio la citazione.La matematica è la ... scienza ...

La matematica è una scienza; più precisamente è una scienza formale. Mentre le scienze sperimentali utilizzano il metodo sperimentale (fisica, chimica, biologia, medicina, ...) le scienze formali sono astratte, e il loro studio non procede per via sperimentale, ma per via logico-deduttiva. Un'altra scienza formale molto importante è la logica, che studia le leggi del pensiero e del ragionamento, e costituisce la base formale del ragionamento matematico.
... la sola scienza esatta ...

Tra le varie scienze la matematica costituisce l'unico sapere "esatto", dove per esatto si intende un sapere dedotto esclusivamente mediante le regole della logica formale. L'esattezza della matematica deriva dal fatto che la matematica è fondata su una teoria assiomatica, e le verità della matematica sono dimostrate in modo puramente logico da verità assunte all'inizio di tutto: l'assioma, talvolta detto postulato, per definizione è un'affermazione che viene assunta vera per ipotesi, e quindi non necessita di dimostrazione. E' comunque da sottolineare il fatto che la verità matematica non è assoluta; ogni teorema matematico è relativamente vero rispetto alla teoria assiomatica assunta come fondamento della matematica. Inoltre la logica ci insegna che la verità e la dimostrabilità in matematica sono due cose diverse: esistono affermazioni che sono vere ma per le quali non esiste una dimostrazione di esse (indecidibilità).
... in cui non si sa mai di cosa si sta parlando ...

In matematica non ha importanza come viene definito un oggetto; l'importante è che l'oggetto definito verifichi le proprietà che sono necessarie al caso in questione. Non ha nessuna importanza, se non di logica o fondamento, come un numero naturale venga definito; l'importante è che i numeri naturali verifichino le proprietà ragionevoli che tutti abbiamo in mente (assiomi di Peano per esempio). Il fatto che 1+1 sia pari a 2 e invece non a 8 non è una scelta che facciamo perchè il mondo è così e noi siamo limitati al nostro mondo, è semplicemente un modo per scrivere un'operazione tra numeri naturali. La matematica che sta sotto all'espressione 1+1=2 dice solo che esiste un'operazione tra numeri naturali, che si chiama somma, e che fornisce ancora un numero naturale. Tale operazione poi verifica varie proprietà che sono la vera essenza della matematica, o dell'aritmetica in questo caso. E' proprio questo fatto che rende la matematica così elastica ed utilizzabile per lo studio e la comprensione del mondo. La comprensione della realtà che ci circonda, attraverso la fisica per esempio, fa grande uso della matematica, ma la matematica è uno strumento che la scienza utilizza, ed è la scienza sperimentale che deve trovare il modo corretto per usare la matematica. Un limite della scienza sperimentale non corrisponde necessariamente ad un limite della matematica, gli enti della matematica sono astratti, non empirici: un numero primo sul nostro pianeta sarà un numero primo anche sulla Luna, su Marte e in ogni punto dell'universo.
... né se quello che si dice è vero ...
Quest'ultimo tratto di definizione si riallaccia a quanto detto in precedenza: in matematica non esistono la certezza e la verità assolute. La verità in matematica è solo ed esclusivamente relativa alla teoria assiomatica posta come fondamento della matematica stessa. La matematica è quindi un'opinione? sì, la matematica è un'opinione, ma un'opinione condivisa da tutti quelli che accettano i fondamenti della matematica.

Cosa ne pensate? 
Personalmente, da buon umanista, non posso non chiedermi se la nostra scienza per eccellenza (nostra dell'uomo, dell'umanità) non sia in realtà una finzione o una verità assoluta al pari di quelle dottrinarie delle diverse religioni mondiali.
A voi la parola.