mercoledì 20 giugno 2012

Esame di Stato: commento sulla prima prova

Sono le 14 e 35.
Dopo un caffé del bar vicino a casa, mi siedo alla scrivania della mia camera, accendo il pc e cerco le varie tracce del tema di maturità di quest'anno scolastico.
Andiamo con ordine.

Tipologia A
Salta fuori una prosa di Montale, cosa che a quanto pare accade ogni 4 anni a cadenza regolare.
In tutta sincerità mi aspettavo una poesia del Pascoli, però la traccia in sé non mi dispiace.
Il Montale prosaico proposto è attuale, parte da una breve analisi storica (della Guerra Fredda se non erro) e sociologica (bella la frase: è lo spirito di conservazione che rallenta il progresso) per poi approdare ad "ammazzare il tempo", un "mostro", che l'uomo cerca di battere con lo svago che riempia "il vuoto" del tempo.
Non male, se fossi stato sotto esame l'avrei tenuta in considerazione.

Tipologia B
1) Artistico/letterario: il Labirinto. Di per sé non mi dice nulla. Bene Eco con "il nome della rosa" (che tutti hanno letto), Calvino, di cui ero certo ci sarebbe stato almeno un riferimento e l'Ariosto, conosciuto da tutti.
Una traccia facile per chi non ha studiato in modo puntiglioso e per chi voglia cimentarsi con qualcosa che lasci libera la fantasia (magari con il binomio labirinto fisico/logico)

2) Ambito socio-economico: I giovani e la crisi. Me la aspettavo ed è arrivata. Con minime conoscenze di economia finanziaria euro-americana, sfruttando con accortezza e attenzione i documenti proposti, incluso quello del "folle" Jobs, e con una media capacità di rendere il tutto organico, anche uno studente medio-basso lo poteva trasformare in un bel 25.

3) Storico-politico: Bene comune e individuale. Già il titolo mi ha attirato notevolmente e, sotto esame, i vari documenti mi avrebbero portato a questa scelta come una falena verso una luce artificiale.
Ottimo Rousseau, San Tommaso (anche se avendo letto i 6 libri della somma teologica posso dire che ci sono passi più indicati per trattare delle leggi) e anche Einaudi; discreto De Rita anche se è troppo liberal-cattolico per i miei gusti

4) Tecnico-scentifico: Le responsabilità della Scienza e della Tecnologia. Ancora una traccia bella e interessante, con il Levi chimico e l'astrofica Hack. Peccato manchi tra i documenti uno che affermi che la scienza se ne deve fregare altamente dell'uomo e dei suoi bisogni per progredire come meglio vuole e ancora peggio mi spiace che si antropomorfizzi la Scienza, come se fosse colpa sua l'invenzione dell'atomica e non dell'uomo. Una disciplina non è responsabile o meno ma è l'uomo che può o no esserlo.

Tipologia C
Il tema storico tratta dello sterminio degli ebrei.
Per carità, lo fa bene con Arendt e la banalità del male, ma non è tutto un po' (troppo?) trito e ritrito?
Non si rischia seriamente di cadere nel banale?

Tipologia D
“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”.
Mi accorgo di avere dietro di me il libro Aden Arabia, da cui è tratto l'incipit.
Dopo una rapida lettura a salti capisco che l'autore, Nizan, si accorge che la fuga non paga, che per dare senso ai propri vent’anni, un'età ingrata, insidiosa, piena di promesse vacue, di scelte obbligate, la ribellione deve arrivare fino in fondo, nelle fibre più intime della nostra cultura.
Ma se non avessi letto non l'avrei mai scelta.

venerdì 15 giugno 2012

I paradossi della Democrazia

Salve a tutti.
Con l'inizio delle vacanze estive ho avuto modo di leggere il Breviario di Karl Popper, famoso filosofo ed epistemologo del '900.
Tra le tante cose che mi hanno interessato, una, che si collega al post della scorsa settimana, mi ha colpito particolarmente.
Buona lettura!

"Il cosiddetto paradosso della libertà è l'argomento per cui la libertà, nel senso dell'assenza di qualsiasi controllo restrittivo, deve portare a un'enorme restrizione, perchè rende i prepotenti liberi di schiavizzare i mansueti. Questa idea, in una forma un po' diversa e con una tendenza del tutto diversa, è chiaramente espressa da Platone.
Meno noto è invece il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata deve portare alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l'attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti, e la tolleranza con essi. In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finchè possiamocontrastarle con argomenti razionali e farle tenere sotto controllo dall'opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perchè può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell'argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all'argomentazione razionale, perchè considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l'uso dei pugni o delle pistole.
Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti.
Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l'intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l'incitamento all'intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l'incitamento all'assassinio, al ratto o al rispristino del commercio di schiavi."
Capitolo XII, pag.155


giovedì 7 giugno 2012

La violenza dell'estremismo

Capisco che la Grecia viaggi sull'orlo del baratro.
Capisco che ci sia rabbia, collera e indignazione.
Ma vedere che oggi (7 giungo 2012 e non il 30 giugno 1934) Ilias Kasidiaris, un parlamentare di Alba d'Oro, l'ormai famoso partito neonazista greco che il 6 maggio ha ottenuto il 6,96% dei voti e 21 deputati, ha usato violenza fisica su due parlamentari di Syriza (il partito di Tsipras) e del KKE (il partito comunista) nel corso di una trasmissione in diretta sulla tv privata Antenna mi ha totalmente sconcertato.
Codesto "individuo" ha prima versato un bicchiere contro Rena Dourou, insultandola, quindi ha colpito con schiaffi e pugni in faccia l’altra collega, Liana Kanelli, che nel frattempo si era alzata per protestare.
Il deputato ha quindi abbandonato gli studi televisivi, senza che il personale riuscisse a fermarlo.
Ammesso e non concesso che la violenza è il rifugio dell'ignorante, come può uno schifo d'uomo del genere avere anche solo la possibilità di sedere nella Troika in uno dei momenti più difficili della sua storia?
Essendo il nazismo, per sua stessa definizione, antidemocratico non dovrebbero avere alcuna legittimità, i suoi sostenitori dovrebbero essere perseguiti legalmente e non dovrebbero avere alcuna possibilità di rappresentanza politica.
La democrazia non è un sistema in cui ognuno può far quello che gli pare: è lo stato dei diritti e dei doveri a patto che si rispettino delle regole imprescindibili, non negoziabili.
E questa putrida feccia vorrebbe utilizzare i diritti che la democrazia fornisce pur non riconoscendone di fatto la legittimità?
Assurdo.
Non ripetiamo l'errore di lasciar spazio a questi criminali.


venerdì 18 maggio 2012

Test Insulsi

Proprio in queste giornate intere scolaresche di ogni parte dell'Italia sono chiamate a svolgere interessanti (?) ed educativi (??)  test che, secondo chi le "consiglia", sarebbero in grado di valutare i "livelli di apprendimento" degli studenti di elementari medie e superiori e dunque di stabilire quale sia la qualità dell'insegnamento italiano.
Queste prove sono i Test Invalsi, anche se chiamarli Test Insulsi sarebbe uguale e anzi ci permetterebbe di definire meglio la natura dell'oggetto in questione.
Al di là del fatto che molti hanno proposto a più riprese il boicottaggio e sono state organizzate varie raccolte firme per abolirle definitivamente con il consenso unanime di larga parte degli studenti e di gran parte dei professori, anche una banale analisi ci porterebbe a dare ragione alle critiche dei dissidenti e ad allontanare ogni dubbio sulla scarsa utilità di tali questionari.

 -Perdita di tempo: Molti insegnanti si sono lamentati delle prove sostentendo che è necessario far esercitare gli studenti alla loro particolare tipologia, perdendo ore di spiegazione (e quindi di apprendimento).
Addirittura sul web si legge che "alcuni insegnanti per cercare di fare bella figura con il Ministero, dal mese di aprile tralasciano le programmazioni per far allenare i bambini somministrando loro tutte le prove Invalsi degli anni precedenti compromettendo l’intero percorso didattico”. Sconcertante.

-Linguaggio astruso: Le consegne sono spesso difficili, comprensibili per un funzionario pubblico dell'istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (ah già, ecco cosa vuol dire Invalsi) e non per un bambino/ragazzino. Per questo i professori devono aiutare gli studenti, ma facendo ciò vincolano le risposte dei ragazzi alle loro parole e non a quelle dei test.

- Scarsa oggettività: I test, non potendo regolarsi sulla base dei programmi che ogni singolo docente, grazie all’autonomia e alla libertà di insegnamento, svolge nella propria classe, riguardano alle volte argomenti non ancora trattati e dunque non conosciuti dagli alunni. Indubbio che questo sia un vero problema.

-Generici: I test sono generali e sommari e non considerano le difficoltà di apprendimento o di altri problemi non certificati dei vari alunni.

-Inversione "Migliori"/"Peggiori": Numerosi insegnanti hanno appurato che durante queste prove i ragazzi studiosi e preparati, schiacciati dall'ansia, dalla stanchezza e dalla consapevolezza dell'importanza e dall'ufficialità delle prove stesse ottengono risultati bassi, falsati, non corrispondenti al rendimento medio che dovrebbero valutare. Di contro, coloro che provano a "tirare a caso", azzeccano risposte che non avrebbero saputo dare per mezzo della riflessione e ciò inficia ulteriormente il raggiungimento del fine prospettato.

-Correzioni extra-scolastiche: scrive una docente di Napoli "Non credo, inoltre, che la correzione di tali prove sia di nostra competenza: le schede di valutazione sono infatti organizzate per una facile lettura meccanografica (piccoli cerchietti in tabelle davvero troppo piccole che possono indurre facilmente in errore) e la correzione avviene in orario extrascolastico non retribuito. Per tali motivi ogni anno, all’arrivo delle prove Invalsi, si scatenano malumori e contestazioni da parte dei docenti che, giustamente, non ritengono spetti a loro la correzione di queste prove".

E per voi queste prove hanno senso oppure no?

venerdì 11 maggio 2012

Il (si spera vero) nuovo che avanza

Come ormai sappiamo tutti, una eventuale uscita della Grecia dall'eurozona causerebbe un'ondata di panico  sia ad Atene che in Europa.
Allo stesso tempo è innegabile la durezza e l'intransigenza delle misure di austerità, che minacciano di cadere sui greci come una vera e propria spada di Damocle.
In questa situazione di caos, nessuna delle compagini politiche (sia di destra che di sinistra) è stata in grado di dare vita ad governo di coalizione, con una maggioranza in parlamento costituita da almeno 151 seggi.
Poco fa Venizelos, leader del Pasok, partito di centro-sinistra filo-europeista, ha dichiarato che, non essendo riuscito a trovare un accordo con gli altri partiti di sinistra (o contrari al memorandum europeo o anti-euro) domani rimetterà "il mandato esplorativo nelle mani del presidente della Repubblica" Karolos Papoulias, che nei prossimi giorni convocherà una riunione dei leader dei partiti.
Colui che tra i tanti protagonisti di questi momenti concitati che più mi ha colpito è Alexis Tsipras, segretario di Syriza, la Coalizione della Sinistra Radicale, arrivata seconda nelle elezioni della scorsa settimana.
Eventali nuove elezioni porterebbero Syriza al 27 %, confermandolo come primo partito greco.
Nea Demokratia, partito conservatore di centro-destra anch'esso filo-europeo si fermerebbe intorno al 20% mentre il Pasok crollerebbe al 12%.
Ma chi è questo giovane ingegnere di 37 anni?
Su internet le informazioni non mancano di certo.
Nato nel 1974 ad Atene, il leader di Syriza, si è laureato in ingegneria civile presso l'Università tecnica nazionale di Atene nel 2000 ma ha iniziato la propria attività politica ben prima, più precisamente alla fine degli anni '80 quando entrò a far parte dei giovani comunisti greci.
Nel 1999, infatti, quest'ultimo diventa segretario generale della formazione giovanile di Synaspismos, partito di sinistra radicale che si era però allontanato dalle posizioni del partito comunista greco. Tsipras ricoprirà questa carica fino al 2003, portando avanti in questo periodo la creazione del Greek Social Forum che sarà particolarmente attivo nelle manifestazioni contro la globalizzazione.
L'anno successivo è ancora decisivo per Tsipras. Il partito di cui ora è leader, Syriza, viene lanciato, infatti, proprio poco prima delle elezioni legislative del 2004 (prenderà il 3,3% delle preferenze) e nel Dicembre dello stesso anno Tsipras entra a far parte del comitato politico centrale e del segretariato politico di Synaspismos come responsabile delle tematiche giovanili e per l'educazione.
Tsipras viene quindi eletto presidente di Synaspismos sconfiggendo la concorrenza di Alekos Alavanos.
All'età di 33 anni, Tsipras diventa il più giovane leader politico greco di tutti i tempi.
Syriza, guidato da Tsipras, otterrà il 4,60% dei voti alle elezioni legislative del 2009 e il 16,8% dei voti alle elezioni del 2012, più che triplicando i propri voti.
Direi una carriera politica niente male.
Mai con una cravatta, dal cipiglio deciso e con una ferrea moralità, Tsipras ha dichiratao più volte che " Il popolo greco ha dato un chiaro mandato per cancellare queste severe misure di austerità che per i passati due anni e mezzo ci hanno portato alla catastrofe. Se questa condizione di base che stiamo fissando nella negoziazione non viene accettata, è chiaro che non possiamo prendere parte a un governo" aggiungendo però di essere chiaramente consapevole che uscire dall'euro sarebbe "uno sviluppo particolarmente negativo, non solo per la Grecia ma per tutta l'Europa"; ribadendo inoltre che il suo partito, in caso di raggiungimento della maggoranza relativa proverà a "convincere i partner europei che, cancellando ogni sforzo di sostegno finanziario ad Atene, non stanno solo colpendo la Grecia, ma stanno mettendo in grande pericolo la stessa eurozona e la coesione sociale dell'Europa".
Nonostante tutto il pericolo drachma è dietro l'angolo.

lunedì 30 aprile 2012

Per la Festa del Lavoro

Per festeggiare adeguatamente il 1° maggio, al di là delle ideologie e degli schieramenti partitici, è indispensabile memorizzare le seguenti parole:

 Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Buona festa a tutti!

mercoledì 25 aprile 2012

Vive la France


Dopo i risultati della prima tornata delle elezioni presidenziali francesi sono essenzialmente 3 gli elementi di novità che si presentano per il 6 maggio: il peso dell'estrema destra di Marine Le Pen, il (per adesso solo parziale) fallimento del presidente uscente Nicolas Sakozy e la discreta rinascita della gauche grazie all'uomo "normale" Francois Hollande.

  1. Il dato di maggiore importanza è sicuramente l'exploit della "Zarina dell'ultradestra" Marine Le Pen, che con il 19,7 ha numericamente superato l'autentico trionfo del padre, Jean-Marie che nel 2002 raccolse il 17% scavalcando il premier socialista Lionel Jospin andando al ballottaggio con Jacques Chirac. Con un programma politico basato sull'euroscetticismo, sul blocco totale dell'immigrazione e sulla "guerra" alla criminalità e all'islamizzazione, il Fronte nazionale si propone sulla scena politica nazionale come un partito forte, con un suo elettorato diverso da quello della destra repubblicana di Sarkozy, il quale, proprio mentre Angela Merkel faceva sapere di essere “seriamente preoccupata” per l'antieuropeismo del FN, ha espresso la necessità di “rispettare” gli elettori “neri” della destra lepenista.

  1. Il risultato di Marine Le Pen dimostra il totale fallimento della strategia di Nicolas Sarkozy, il quale ha condotto una campagna apertamente a caccia dei voti dell’estrema destra.
    Molti elettori della destra dura, che avrebbero votato per Sarkozy per votare utile e fare da sbarramento a François Hollande, hanno deciso alla fine di votare per Le Pen.
    Anche se Hollande non può dormire sugli allori di una elezione in cassaforte, per il presidente uscente si prospettano giorni difficili. L'eccessivo corteggiamente della zarina potrebbe togliergli i voti dei centristi di Francois Bayrou (al 9,7%) mentre troppa prudenza segnerebbe la vittoria dei socialisti.
    Cosa sceglierà di fare?


  2. Ma al di là delle varie considerazioni politiche, il nuovo presidente della Francia sembra possa essere il candidato del Ps: Francois Hollande.
    Chi è Francois Hollande, colui che ama definirsi "Monsieur Normal" ?
    58 anni di Rouen, segretario del partito socialista dal 1997 al 2008, studi alla prestigiosa École nationale d'administration, scuola della classe dirigente francese, è stato finora l'opposto di Sarkozy.
    Contenuto nelle spese (alla faccia dei regali di 55mila euro di Carlà a "Monsieur le president"), dall'aspetto mite, dai modi rassicuranti e dai toni moderati, non è di certo dotato di quel trascinante carisma dell'avversario ma forse anche grazie a queste peculiarità si è conquistato una notevole fetta dell'elettorato francese, ingrandito dalle intenzioni di voto del neogiacobino Jean-Luc Mélenchon (all'11,7%) e della candidata dei verdi Eva Joly (2,2%).
    Il programma (che a me personalmente piace molto) punta ad un ritorno “à l’equilibre de finances publiques” ma senza nessuna frenesia teutonicheggiante, l'assunzione 60.000 insegnanti nelle scuole e 5.000 addetti a polizia e ordine pubblico e la creazione di 650.000 posti aggiuntivi di lavoro per i giovani grazie agli investimenti nella ricerca; il tutto finanziato da un aumento della pressione sulle grandi imprese e le banche, della aliquota dell’imposta sul reddito da 40% a 45%, da una maggior incidenza dell’imposta sui grandi patrimoni e dalla scomparsa delle detassazioni del lavoro straordinario.
    Ma la notizia positiva per tutti, come ricorda Ruggero Palladini, è che la vittoria di Hollande può essere un importante passo verso una svolta della politica economica dell’Europa.

sabato 7 aprile 2012

Dalla cultura (?) alla politica (??)

Buonasera a tutti.
Come ogni sera, prima di coricarmi nel letto e prendere in mano qualcosa da leggere, do una rapida occhiata alle notizie del giorno scorrendo rapidamente le varie pagine web delle testate giornalistiche più famose.
Arrivo a quella del Fatto e leggo:
Dall’amore alla politica: Federico Moccia candidato sindaco a Rosello.
Stropiccio gli occhi e provo a rileggere, conscio che l'ora tarda potrebbe fare brutti scherzi ma il titolo è lo stesso.
Dall’amore alla politica: Federico Moccia candidato sindaco a Rosello.
Mi cadono le braccia.
Avete presente tutti chi è il già citato sig. Moccia? 
Ma sì dai, quello "scrittore" (accostarlo con tale vocabolo a dei grandi come Tolkien, Dostoevskij, Dickens o Dante mi fa correre un lungo, intenso brivido lungo la schiena) che ha capito come fare i soldi dalle ragazzine quattordicenni con "opere" orribili, indecenti, e prive di qualsiasi logica come Tre metri sopra il cielo, Scusa ma ti chiamo amore e Amore 14.
Sì, lo stesso che ha fatto scoppiare la moda dei lucchetti  che mancava poco facessero crollare Ponte Milvio.
Dice che è stato "chiamato" (ma da chi?) a candidarsi e che non si è voluto tirare indietro, in quanto ha intenzione di dare visibilità al suo (della moglie) piccolo paesino di due-trecento anime.
Ma quali competenze possiede per aspirare a sindaco a parte scrivere con i piedi?
Ora, per me potrebbe fare il sindaco a vita, stara poi ai poveracci che lo voteranno prendersi la respondabilità di ciò che hanno fatto.
Invero, le cose che mi fanno incavolare sono due:
1 Una volta intevistato è riuscito a dare prova di non conoscere il nome della sua lista né il programma politico che propone.
2 Il commento di Enrico Giuseppantonio: "Una candidatura al di fuori dei partiti, che sa di cultura, di notorietà e di apprezzamento [..]
A me non frega niente che il mio sindaco sia noto a 3 persone o a mezzo milione (di ragazzi ignoranti), a me interessa che sappia fare bene il suo lavoro.
Credo che amministrare un Comune sia una cosa seria, che esiga responsabilità, non un gioco per saltimbanchi , giocolieri e mangiafuoco
E poi, porca miseria, come si può dire sa di cultura?
Non è neppure capace di usare i congiuntivi (Credo che l'amore è et similia) e venite a parlarmi di cultura??
Bah.

Voi cosa ne pensate?

mercoledì 4 aprile 2012

La New (Old) Economy

Le appena avvenute dimissioni di Jerry Jang, il simbolo del Net-boom degli anni '90 e uno dei fondatori del motore di ricerca Yahoo! rappresentano l'occasione ideale per parlare e riflettere sulla New (in realtà già per molti versi obsoleta) economy.
Tracciando una descrizione di massima, quando sentiamo parlare di New Economy ci si riferisce ad un modo di lavorare che privilegia la mente (in questo caso l'unione e la sinergia tra conoscenze e creatività) anziché il fisico.
Più tecnicamente, la nuova economia si differenzia dall'economia industriale o classica in quanto permette di agire liberamente in un mercato globale (liberismo) riducendo dasticamente i costi di gestione e consentendo alle imprese di non essere vincolate a uno spazio definito quale può essere la sede fisica, in quanto lo spazio di una società è nel web ed è virtuale.
Quindi il nuovo modo di pensare l'economia trae la sua essenza non dal mondo reale dove l'operaio si spacca la schiena in fabbrica o il negoziante cerca di far quadrare i conti a fine mese, ma in quello virtuale, nel quale la tecnologia dell'informazione e della comunicazione creano competizione globale.
Pensiamo ad aziende come America Online, Google, Microsoft, e per l'appunto a Yahoo!.
Questa è la New-Net economy.
Tutto questo sembra un mondo affascinante ma dietro la maschera di Pirandello si celano brutte sorpese.
La new economy è infatti una delle cause principali della crisi nella quale ci troviamo immersi. 
Essa ha ispirato i famosi derivati, la finanza creativa e la bubble economy.
Ha causato il fallimento e il crak delle dot. com di Internet nel 2000 e la chiusura della Enron nel 2001 e della Worldcom nel 2002 
Ha posto le basi per quelle banche che “inventa(va)no” strumenti finanziari, “soldi virtuali”, sulla base di titoli molto simili alla carta straccia, derivati dai mutui subprime contratti da milioni di famiglie americane, che poi in buona parte non hanno potuto onorare i loro debiti come Bear Stearns, Lehman Brothers e Aig che sono fallite una dietro l'altra.
Come giustamente scritto in alcuni articoli, le conseguenze della follia “creativa” delle banche americane e "dell’ingordigia virtuale" che ha oscurato le anime dei pochi e che hanno messo in ginocchio l’umanità colpisce e colpirà tutti: azionisti, risparmiatori e nullatenenti di tutto il mondo, stati compresi (Grecia in primis).
Il neo capitalismo sembra quindi al capolinea.
L'economia, nuova o vecchia che sia, non è in grado di portare avanti un processo di progessione globale.
 
E voi cosa ne pensate? Quali alternative abbiamo a questo sistema?

domenica 1 aprile 2012

La vittoria della libertà


"E' finito un lungo incubo. Ora inizia un lungo cammino".
Così ha commentato Aung San Suu Kyi, la leader della Lega nazionale per la democrazia e premio Nobel per la pace 1991, la sua elezione come membro del parlamento Birmano.
Dopo aver passato in passato quindici degli ultimi vent’anni agli arresti domiciliari nella sua casa in University Avenue sul lago Inya, al di là della cancellata e del filo spinato che la separavano dal suo popolo, la Lady, così come viene chiamata dai suoi sostenitori, avrà finalmente modo di far sentire la sua potente e influente voce all'interno di arretrato e debole un paese di più di 50 milioni di abitanti governato de facto dalla dittatura militare Than Shwe.
Come chiaramente espresso dalla stessa figlia dell'ex primo ministro ed eroe nazionale Aung San subito dopo la sua liberazione avvenuta due anni fa, è necessario "lavorare tutti insieme di comune accordo" superando le divisioni nell'opposizione, perché "solo così potremo raggiungere il nostro obiettivo".
La svolta riformista e democratica del Myanmar richiederà certamente tempo, sforzi, e fatica ma ora è finalmente possibile.
Nel frattempo auguro virtualmente alla neo-deputata un futuro di vittorie, per lei e per tutto il suo popolo.

Requisitoria sulla matematica

Buongiorno a tutti.
Oggi mi sono svegliato con una vena di scetticismo semi-pirroniana che mi ha spinto a postare sul blog un breve articolo sulla matematica trovato navigando in rete.
 
La matematica è la sola scienza esatta in cui non si sa mai di cosa si sta parlando né se quello che si dice è vero.
Queste celebri parole costituiscono la definizione di matematica secondo B. Russell (1872-1970). La definizione del filosofo e matematico inglese è, con ogni probabilità, la migliore definizione di matematica per ciò che la matematica è attualmente. Nelle parole di Russel ci sta la risposta alla domanda posta; vediamo di analizzare nel dettaglio la citazione.La matematica è la ... scienza ...

La matematica è una scienza; più precisamente è una scienza formale. Mentre le scienze sperimentali utilizzano il metodo sperimentale (fisica, chimica, biologia, medicina, ...) le scienze formali sono astratte, e il loro studio non procede per via sperimentale, ma per via logico-deduttiva. Un'altra scienza formale molto importante è la logica, che studia le leggi del pensiero e del ragionamento, e costituisce la base formale del ragionamento matematico.
... la sola scienza esatta ...

Tra le varie scienze la matematica costituisce l'unico sapere "esatto", dove per esatto si intende un sapere dedotto esclusivamente mediante le regole della logica formale. L'esattezza della matematica deriva dal fatto che la matematica è fondata su una teoria assiomatica, e le verità della matematica sono dimostrate in modo puramente logico da verità assunte all'inizio di tutto: l'assioma, talvolta detto postulato, per definizione è un'affermazione che viene assunta vera per ipotesi, e quindi non necessita di dimostrazione. E' comunque da sottolineare il fatto che la verità matematica non è assoluta; ogni teorema matematico è relativamente vero rispetto alla teoria assiomatica assunta come fondamento della matematica. Inoltre la logica ci insegna che la verità e la dimostrabilità in matematica sono due cose diverse: esistono affermazioni che sono vere ma per le quali non esiste una dimostrazione di esse (indecidibilità).
... in cui non si sa mai di cosa si sta parlando ...

In matematica non ha importanza come viene definito un oggetto; l'importante è che l'oggetto definito verifichi le proprietà che sono necessarie al caso in questione. Non ha nessuna importanza, se non di logica o fondamento, come un numero naturale venga definito; l'importante è che i numeri naturali verifichino le proprietà ragionevoli che tutti abbiamo in mente (assiomi di Peano per esempio). Il fatto che 1+1 sia pari a 2 e invece non a 8 non è una scelta che facciamo perchè il mondo è così e noi siamo limitati al nostro mondo, è semplicemente un modo per scrivere un'operazione tra numeri naturali. La matematica che sta sotto all'espressione 1+1=2 dice solo che esiste un'operazione tra numeri naturali, che si chiama somma, e che fornisce ancora un numero naturale. Tale operazione poi verifica varie proprietà che sono la vera essenza della matematica, o dell'aritmetica in questo caso. E' proprio questo fatto che rende la matematica così elastica ed utilizzabile per lo studio e la comprensione del mondo. La comprensione della realtà che ci circonda, attraverso la fisica per esempio, fa grande uso della matematica, ma la matematica è uno strumento che la scienza utilizza, ed è la scienza sperimentale che deve trovare il modo corretto per usare la matematica. Un limite della scienza sperimentale non corrisponde necessariamente ad un limite della matematica, gli enti della matematica sono astratti, non empirici: un numero primo sul nostro pianeta sarà un numero primo anche sulla Luna, su Marte e in ogni punto dell'universo.
... né se quello che si dice è vero ...
Quest'ultimo tratto di definizione si riallaccia a quanto detto in precedenza: in matematica non esistono la certezza e la verità assolute. La verità in matematica è solo ed esclusivamente relativa alla teoria assiomatica posta come fondamento della matematica stessa. La matematica è quindi un'opinione? sì, la matematica è un'opinione, ma un'opinione condivisa da tutti quelli che accettano i fondamenti della matematica.

Cosa ne pensate? 
Personalmente, da buon umanista, non posso non chiedermi se la nostra scienza per eccellenza (nostra dell'uomo, dell'umanità) non sia in realtà una finzione o una verità assoluta al pari di quelle dottrinarie delle diverse religioni mondiali.
A voi la parola.

giovedì 29 marzo 2012

Benvenuti!

Benvenuti a tutti!
Questo è il primo post del mio blog e come succede in queste occasioni, ci si presenta e si cerca di far capire quale sia l'intento della creazione del Salotto delle Idee .
La mia intenzione è quella di dare vita ad un salotto, un convivio, "un laboratorio di idee" spero accogliente e invitante, dove poter prendersi liberamente e con tranquillità un "caffè virtuale" e nel contempo poter scambiare opinioni e consigli su svariati argomenti: letteratura, filosofia, politica e così via.
Spero di essere in grado di creare tutto ciò.
A presto!